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  • 14 Febbraio 2022

    Voltare pagina? Non basta togliere le mascherine

    È il 31 Gennaio del 2020 quando due innocenti turisti cinesi in visita a Roma vengono scoperti essere i primi casi di importazione di SARS CoV-2. Passeranno altre tre settimane perché venga riconosciuto il paziente zero di Codogno, e dopo ulteriori quindici giorni arriverà l’annuncio del primo lockdown, parola dal significato prima sconosciuto
    .
    Sono trascorsi due anni, abbiamo assistito alla preghiera di Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta, alle bare di Bergamo trasportate sui carri dell’esercito, al canto struggente di Andrea Bocelli di “Amazing Grace” in una piazza del Duomo irrealmente vuota, ma soprattutto abbiamo perso 150.000 nostri cari. Sono stati due anni che hanno sconvolto il mondo, le nostre vite e l’Italia in particolar modo. Due anni che lasceranno un segno indelebile nelle nostre memorie, nel vissuto dei nostri figli costretti a una vita assurda segnata da una DAD impersonale che ha svuotato di significato la scuola, che non è solo apprendimento ma anche socialità e rapporti. Due anni che hanno cambiato la nostra sanità e i nostri ospedali, come mai prima avremmo immaginato. Tutto questo è alle spalle? Speriamo di sì, sebbene alcune cautele andrebbero adottate in questo “story telling” che vuole dimenticare tutto e voltar pagina, come se la guerra fosse già definitivamente vinta, quando i morti sono ancora una dolorosa realtà quotidiana.

    Andare oltre il lutto è sano e giusto, ma cosa rimarrà a tutti noi di quanto abbiamo vissuto in questo tempo irreale? Il mondo di oggi non è più quello del Gennaio 2020, quando la pandemia non aveva ancora toccato l’Europa, mentre il desiderio di lasciarsi tutto dietro, rimuovendo quello che è stato, è forte e rischia di annebbiare la nostra visione sul futuro che ci attende. Un episodio paradigmatico è stata la bocciatura in Senato del provvedimento che avrebbe garantito ristori alle famiglie dei medici morti per Covid durante l’esercizio delle loro funzioni, eroi dimenticati in soli pochi mesi. Un brutto segnale per tutto il Paese.
    Non sarà facile aiutare la memoria collettiva a superare questi anni di lutti e tragedie senza cedere a facili rimozioni e al riproporsi di modelli organizzativi e sociali ormai superati, ma è un grave errore fare finta che togliendo le mascherine tutto sia magicamente risolto.

    Corriere Nazionale