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  • 08 Giugno 2025

    Politiche integrate e investimenti mirati per la sanità

    Il Rapporto Annuale Istat 2024 inquadra vecchie e nuove fragilità della popolazione


    L’Italia continua a essere uno dei Paesi più longevi al mondo, ma la salute pubblica mostra segnali di fragilità crescenti, accentuati da disuguaglianze territoriali e nuovi bisogni sociali. È quanto emerge dal Rapporto Annuale Istat 2024, che fotografa lo stato di salute del Paese e l’accessibilità ai servizi sanitari. Uno dei dati più rilevanti riguarda l’invecchiamento: gli over 65 sono ormai il 24,1% dei residenti, e la quota di over 80 ha raggiunto il 7,8%. Questo fenomeno si traduce in una crescita delle patologie croniche: il 41,2% degli anziani convive con almeno una malattia cronica come diabete, ipertensione o cardiopatie, mentre le condizioni di disabilità interessano quasi 3 milioni di persone.

    Il report sottolinea poi come persistano forti divari tra Nord e Sud nell’accessibilità ai servizi sanitari.
    Nei piccoli comuni e nelle aree interne, il 22,7% della popolazione segnala difficoltà nell’accesso a strutture ospedaliere e ai servizi di base, contro il 9,5% dei residenti nei grandi centri urbani. Il Sud e le Isole restano le aree più penalizzate: la partecipazione ai programmi di screening oncologici, ad esempio, è inferiore di circa 15 punti percentuali rispetto al Nord. L’aspettativa di vita rimane elevata ma i dati sulla mortalità evitabile mostrano ancora margini di miglioramento, in particolare per malattie cardiovascolari, tumori e malattie respiratorie. Il benessere psicologico è stato messo a dura prova negli ultimi anni, particolarmente colpiti sono i giovani tra i 18 e i 34 anni, anche a causa di incertezza lavorativa e  difficoltà economiche. Nel 2024 il 9,9% degli italiani ha rinunciato a visite o esami specialistici, principalmente per  le lunghe liste di attesa e per difficoltà economiche. La rinuncia alle prestazioni sanitarie è in crescita sia rispetto al 2023 (7,5%), sia rispetto al periodo pre-pandemico (6,3% nel 2019). La spesa sanitaria privata incide in modo crescente sui bilanci familiari, accentuando le disuguaglianze e penalizzando le fasce più fragili. Sul fronte della prevenzione, il Rapporto segnala comportamenti contrastanti: se da un lato cresce la consapevolezza dell’importanza di corretti stili di vita, dall’altro persistono comportamenti a rischio. Il 24% degli adulti è in sovrappeso e l’11% obeso, e il consumo di alcol e tabacco resta elevato tra i giovani. La partecipazione ai programmi di screening oncologici pur migliorando non raggiunge livelli ottimali. Il quadro che emerge è  di un Paese che invecchia, con una salute buona ma minacciata da nuove e vecchie fragilità. Le sfide principali restano riduzione delle disuguaglianze territoriali,  rafforzamento della prevenzione e sostegno alle fasce più vulnerabili. 
    Solo con politiche integrate e investimenti mirati sarà possibile garantire a tutti gli italiani il diritto a una salute di qualità, equa e sostenibile. 


    Sergio Harari - Presidente Associazione Peripato