03 Maggio 2025
Non si "ingabbia" il pensiero scientifico
Non bastava l’attacco all’autonomia delle università americane alla nuova amministrazione Trump, ora si passa alle riviste scientifiche. Forbes nei giorni scorsi ha rivelato che alcune importantissimi giornali medici hanno ricevuto un incredibile altolà, davvero sbalorditivo.
Un paio di settimane fa Edward Martin Jr, il procuratore generale degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia, ha inviato una mail a “Chest”, una fra le più prestigiose riviste mediche di area respiratoria, organo ufficiale di una autorevole società scientifica, per indagare se la pubblicazione fosse “di parte”. La lettera chiedeva di rispondere a una serie di domande relative alle politiche editoriali di accettazione di “punti di vista concorrenti”, mettendo in dubbio la strategia della rivista sulla cultura “woke”. Tutto questo è venuto alla luce grazie allo scoop di Forbes che ha aperto il vaso di Pandora anche su altre testate specializzate, fra tutte la più prestigiosa del mondo sanitario, il New England Journal of Medicine, che è stato costretto ad uscire dalla riservatezza di circostanza ed ammettere che anch’esso, dall’alto dei suoi 200 anni di storia che hanno cambiato la medicina, aveva ricevuto la stessa mail.
Molte di queste testate ospitano non solo articoli prettamente scientifici ma anche editoriali o commenti che trattano di politiche sanitarie, come ad esempio era avvenuto durante l’ultima pandemia per discutere quali fossero le migliori strategie per arginare la diffusione del virus, o come limitare le disparità nell’accesso alle cure, ma questo non può in alcun modo giustificare una simile assurda ingerenza della politica.
È come se improvvisamente fosse stato dato un “liberi tutti” e qualsiasi cosa potesse valere, anche a costo di distruggere le fondamenta del sapere scientifico e non. Ma è bene che tutti sappiano che in America, come nel resto del mondo, i ricercatori, gli accademici, e più in generale la comunità della cultura e della scienza può indugiare al primo momento, attonita e stordita da queste iniziative, ma saprà reagire con forza e determinazione per difendere la propria autonomia a salvaguardia del sapere, così come sta facendo Harvard e così come si apprestano a fare il New England Journal e Chest.
Pensare di “ingabbiare” il progresso scientifico oltre che stupido è fuori tempo massimo, Galileo docet.