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  • 21 Gennaio 2018

    Una storia tutta milanese

    La nomina a senatrice a vita di Liliana Segre è una bellissima notizia per il Paese, ma ancor più per la città. Milanese -il nonno Giuseppe fondatore della Croce Verde, papà e zio ufficiali del regio esercito - è da una scuola elementare (la Ruffini), dove frequentava la seconda elementare, che fu espulsa per l’abominio delle leggi razziali. E’ dal carcere di San Vittore che fu tradotta, a 13 anni, al binario 21, per essere caricata su uno dei vagoni dei viaggi della morte, verso un destino che doveva essere, come per i più fu, senza ritorno. “A calci e pugni fummo caricati su un camion e portati alla stazione centrale di Milano. La città era deserta. I milanesi non provarono pietà per noi come i detenuti di San Vittore: se ne restarono in silenzio dietro le loro finestre. Ricordo che il camion percorse via Carducci, e io che ero in fondo, all’incrocio con corso Magenta scorsi la mia casa per un attimo, rivedendola dopo tanto tempo… Poi il camion attraversò la città, fino a imboccare il sottopassaggio di via Ferrante Aporti, e ci ritrovammo nei sotterranei della stazione, binario 21. (…) migliaia di persone sono partite da quei binari e non hanno fatto ritorno”. Così racconta l’internata 75190, oggi senatrice a vita. Il Paese restituisce l’onore e la dignità a quella bambina additata dalle compagne di scuola come l’ebrea espulsa che doveva vergognarsi, che bisognava evitare. Milano riabbraccia quella bambina di 8 anni, la testimone che ha voluto dedicare gran parte della propria opera ai ragazzi, e si ricongiunge così alla sua storia di città medaglia d’oro della resistenza.

    [Corriere della Sera - edizione Milano]