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  • 30 Maggio 2016

    Una lunga storia di integrazione – I 150 anni della comunità ebraica

    Editoriale Corriere delle Sera - Milano

    Questi sono i giorni di “Jewish in the city”, il festival milanese di cultura ebraica giunto ormai alla sua terza edizione, che rappresenta un formidabile ponte fra la città e l'ebraismo. Ma è anche l'occasione per festeggiare i 150 anni di storia della Comunità ebraica di Milano, nata nel 1866 da una costola della Comunità mantovana e poi resasi totalmente autonoma, tanto da dare mandato al famoso architetto dell'epoca Luigi Beltrami di progettare la sinagoga di Via Guastalla, inaugurata poi nel 1892. Una storia fatta di forte integrazione nel tessuto sociale e economico cittadino, le testimonianze in questo senso sono moltissime: ebrei furono due rettori dell'Università Bocconi (dove oggi si svolgerà l'incontro “Studiosi ebrei alla Bocconi”, introdotto dal Rettore Andrea Sironi), così come ci furono ebrei tra i fondatori dell'Asilo Mariuccia, dell'Umanitaria, e ebreo era anche Luigi Luzzato, fondatore della banca Popolare di Milano. Sono tutti nomi che affiorano nella bella ricostruzione storica “Ebrei a Milano. Due secoli di storia fra integrazione e discriminazione” dell'economista e membro della Comunità ebraica di Milano Rony Hamaui (Mulino editore), presentata al pubblico proprio in questi giorni. E' un testo che ricostruisce la storia di questa minoranza che ha saputo coniugare l'integrazione e la convivenza al rispetto e alla difesa dei propri valori culturali e delle proprie tradizioni.

    Il Festival si snoda sviluppando tre diversi filoni culturali:approfondimenti sulla storia degli ebrei di Milano anche nei suoi risvolti di filantropia e solidarietà; la politica, con i Giusti, i partigiani e i protagonisti dell'economia; il futuro degli ebrei a Milano (la città, i giovani, la tecnologia e la dialettica tra Milano e Israele). Il tutto si articola in una grandissima varietà di incontri, a riprova della vitalità culturale della Comunità milanese.

    Non mancano, particolarmente in questi giorni, le preoccupazioni per la sicurezza, e non solo per la recente aggressione al giovane ragazzo ebreo che portava la kippah in zona Soderini e il precedente accoltellamento di Nathan Graff, ebreo israeliano colpito lo scorso Novembre nello stesso quartiere, ma soprattutto per le scosse populiste che stanno attraversando tutta l'Europa, che vanno a sommarsi alle ansie per il costante pericolo di attentati dopo Parigi e Bruxelles. E, se il rafforzamento delle misure di prevenzione è indispensabile, l'esempio di convivenza e integrazione di questi 150 anni di storia degli ebrei milanesi è la vera chiave per superare tutti i populismi, ieri come oggi.