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  • 04 Dicembre 2016

    Tra medico e paziente una "legge amica"

    Si può per legge migliorare il rapporto medico-paziente?

    “Per” legge è cosa certamente impossibile, ma “con” una legge, forse, sì. La nuova legge “di sicurezza delle cure e di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie” potrebbe cambiare radicalmente i rapporti tra i medici e l’utenza, avvelenati da anni di contenziosi medico-legali figli delle gravi distorsioni che sono avvenute in questi ultimi decenni. Il disegno di legge 2224, ormai in via di definitiva promulgazione, grazie all’ostinato impegno dei suoi artefici, Amedeo Bianco e Federico Gelli, sposta in gran parte la responsabilità civile dal medico dipendente alla struttura ospedaliera, sulla quale potrà rivalersi la parte lesa. Il danneggiato avrà quindi come interlocutore privilegiato l’ospedale che nella sua struttura organizzativa non ha saputo garantire il giusto processo di cure.

    La nuova norma, inoltre, comporterà importanti aspetti assicurativi per le strutture sanitarie e i professionisti, come l’obbligo di contrarre una polizza, calmierando però le possibili richieste di risarcimento e indirizzando il mercato assicurativo verso un nuovo orizzonte, capace di attrarre possibili attori del settore (oggi sono pochissime le compagnie interessate a assicurare professionisti o ospedali). A tutto ciò la futura legge aggiunge un “depotenziamento” dell’azione penale, oggi spesso utilizzata in modo strumentale per rafforzare quella civile, senza veri presupposti specifici, creando enormi tensioni e stress, con tutte quelle ricadute di medicina difensiva che ormai abbiamo imparato a conoscere. La Bianco-Gelli avrà anche importanti ripercussioni organizzative determinando nelle strutture ospedaliere l’implementazione di precisi percorsi diagnostici-terapeutici, approcci secondo linee guida (un punto sul quale le società scientifiche dovranno avere un ruolo fondamentale), e una forte valorizzazione del ruolo del risk management.

    Ogni anno in Italia si registrano decine di migliaia di nuove cause mediche mentre sono circa 300.000 le cause oggi pendenti, una situazione insostenibile, anche sul piano economico, alla quale questa nuova legge cercherà di dare risposta. Allora, forse, anche l’alleanza terapeutica tra professionisti della sanità e pazienti potrà tornare forte come lo era un tempo, superate le esasperazioni che hanno caratterizzato questi ultimi anni di assalto alla sanità, di pubblicità gridate e di rampantismo legale.

    Sergio Harari
    Presidente Associazione Peripato


    [Editoriale Corriere Salute - Corriere della Sera - pag. 45 ]