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  • 15 Gennaio 2019

    Il progetto SMOM per i dentisti nel Burundi

    I dentisti italiani protagonisti nella cooperazione allo sviluppo nel mondo

    Il Burundi è uno dei paesi più poveri del mondo dove ancora si muore anche di mal di denti. Il “noma” è una malattia gangrenosa che colpisce i bambini malnutriti e che provoca la distruzione dei tessuti ossei e molli del viso; ormai scomparsa in Occidente, è ancora presente in questa area dell’Africa, dove è responsabile di una alta mortalità. Ma qui non esistono dentisti, al massimo solo qualche infermiere in strutture di primo soccorso e piccoli ospedali.

    Per questo SMOM (Solidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo), una Onlus che dagli anni ’90 opera nei quattro Continenti con l’obiettivo di ridurre la prevalenza delle malattie orali attraverso programmi di prevenzione primaria e secondaria, ha sviluppato in questo piccolo Paese un corso universitario per terapisti dentali. Il terapista dentale è una figura sanitaria fortemente promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per garantire assistenza odontoiatrica nei paesi a basso reddito. Così presso l’Università di Ngozi, medici odontoiatri partiti a proprie spese dall’Italia, formano giovani terapisti dentali che si distribuiranno negli ambulatori sparsi sul territorio delle 18 province burundesi.
    Nell’ospedale di Ngozi è nato, grazie al progetto di SMOM, un centro odontoiatrico con 6 postazioni operative, aule didattiche, un laboratorio odontotecnico dove i nostri dentisti, armati di molta buona volontà, improvvisandosi anche impiantisti idraulici, elettricisti e altro ancora, insegnano ai giovani studenti a prevenire e curare le malattie orali. Intanto si stanno ormai laureando al termine del corso triennale i primi terapisti dentali già in grado di assistere sul territorio la popolazione e che, se vorranno, con un master di altri due anni potranno diventare veri e propri odontoiatri. Anche nel 2019 continuerà l’avvicendamento di professionisti italiani a sostegno della continuità del progetto, mentre già si pensa al 2023, quando verosimilmente la parte formativa avrà termine, lasciando in eredità il centro di assistenza e la neocostituita rete territoriale di prevenzione e assistenza odontoiatrica. L’obiettivo ambizioso è di azzerare la mortalità per malattie orali in tutto il Paese e diffondere questo modello anche in altri Stati africani dove peraltro la laurea burundese ha validità.